Leggi la prima parte della Storia Queer delle maghette.
Gli anni Novanta videro la presenza di numerose maghette nelle riviste di settore, e alcune di queste serie cercavano di rinnovare la narrazione, proponendo alternative a un genere che aveva cominciato ad essere troppo statico. Un fiocco per sognare, un fiocco per cambiare, Terry e Maggie, Lisa e Seiya, per citare i più popolari in Italia.
Il genere però è riuscito a rinascere e diventare ancora più popolare dei decenni successivi grazie a Naoko Takeuchi, che ideò la combattente che veste alla marinara, Sailor Moon. Gli elementi ci sono tutti, le ragazze che si trasformano grazie ai poteri magici, gli oggetti magici (scettri, tiare e chi ne ha più ne metta e grazie ai quali si creerà uno dei merchandising anime più redditizi) ma soprattutto l’idea vincente, non una sola maghetta, ma ben cinque che usano i propri poteri per salvare la Terra e combattere i nemici. Sailor moon, portando su un livello successivo il genere, riuscì ad affrontare temi di maggior spessore rispetto alle maghette che l’avevano preceduta. E’ un’opera particolarmente femminista, gran parte dei personaggi sono femmine, comprese gran parte dei nemici, e rappresentano una femminilità forte, combattiva e determinata. Bunny, pasticciona e imbranata, si trasforma in un’eroina combattente. E’ indubbio che ciò abbia rappresentato un punto importante per l’immedesimazione delle giovani telespettatrici degli anni Novanta.
L’anime ebbe un successo clamoroso e «segnò in modo decisivo una svolta ancora più commerciale degli anime seriali televisivi» (Tavassi, 2012), le cinque stagioni prodotte fino al 1996 furono seguitissime in tutto il mondo, anche negli Stati Uniti e in Europa. L’anime, non sono in Italia ma in quasi tutti i paesi occidentali in cui fu trasmesso, venne completamente rimaneggiato, sia nei dialoghi che nelle scene. Alcuni personaggi e relazioni omosessuali, presenti nel cartone animato, furono censurati, e stessa cosa avvenne per i personaggi che non rispecchiavano la visione canonica del genere maschile e femminile.
Molti i personaggi dall’orientamento non eterosessuale, tra cui vale la pena ricordare, nella prima stagione i due nemici, Kunzite e Zoisite. I due sono una coppia gay, cosa però censurata nella versione italiana, dove Zoisite, Zacar in Italia, complice un aspetto particolarmente effemminato, venne fatto passare per una donna. I due innamorati sono spesso raffigurati in scene di affetto, particolarmente romantiche.
Ma la coppia più rappresentativa della serie, dopo Usagi-Bunny/Mamoru-Marzio è sicuramente quella formata da Haruka-Heles/Michiru-Milena, che trasformandosi diventano Sailor Uranus e Sailor Neptune. Le due donne sono una coppia e a confermarlo fu la stessa autrice Naoko Takeuchi, che nel 1996 dichiarò alla rivista italiana Kappa Magazine che «la loro amicizia è talmente forte da sfociare nell’amore. L’amore non esiste solo tra sessi diversi, ma può nascere anche un amore omosessuale, in questo caso tra due ragazze» Il loro rapporto fu censurato sia in Italia che all’estero (l’adattamento USA le fece diventare due cugine). Haruka-Heles ha un aspetto androgino, viene spessa scambiata per maschio e anche nel doppiaggio italiano del reboot di pochi anni fa Sailor Moon Crystal, distribuito da Netflix, viene usato il genere maschile quando ci si rivolge al personaggio. Nella serie andata in onda anche su Rai Play di Sailor Moon Crystal è presente un bacio Tra Sailor Uranus e Sailor Moon, incredibilmente passato indenne alle censure delle Tv di Stato. E ci sono tanti altri characters queer.

La serie era prodotta esplicitamente per un pubblico femminile ma era molto popolare anche tra i bambini di sesso maschile.
La direttrice dell’Osservatorio su Tv e Minori dell’epoca Vera Slepoj nel 1997, mentre la quinta ed ultima stagione del cartone animato veniva trasmessa ogni sera su Rete4, in una intervista pubblicata sul quotidiano Il Giorno, scrisse
«Sailor Moon in sé non ha nulla che non vada. Propone una giovane eroina e si sono riscontrati casi di bambini di sesso maschile che, assistendo quotidianamente al cartoon, hanno finito con l’identificarsi nel personaggio protagonista, forte, vincente, di potere, un modello di comportamento, femminilizzando il loro modo di vivere, le relazioni con i coetanei, chiedendo di poter vestire come i loro coetanei.
La questione venne ripresa dalla stampa e da alcuni telegiornali. In un’intervista al settimanale Oggi Vera Slepoj dichiarò
«Sailor Moon disturba lo sviluppo sessuale dei bambini. Questa è una eroina dotata di una grande forza, una donna che comanda. E’ un personaggio molto ambiguo, con tratti maschili. Tutto ciò crea disturbi nei bambini, li confonde proprio in un’età in cui hanno un grande bisogno di modelli da imitare, soprattutto dal punto di vista sessuale di cui non sanno nulla.
Seguire questa eroina può essere pericoloso per i più piccoli. Ci sono casi di maschietti in psicoterapia perché si atteggiavano come lei.
Abbiamo avuto alcuni casi di bambini con problemi di femminilizzazione. Bambini molto confusi che, addirittura, desideravano indossare gli abiti e comprare i gadget di ‘Sailor Moon’ in vendita. Per me è importante soprattutto evitare il passaggio ossessivo di un cartone animato come questo in Tv, perché è soprattutto la quantità che porta ad una clonazione della personalità.»
Ovviamente un successo del genere non poteva che creare emuli, a volte cloni, a iosa. Wedding Peach – I tanti segreti di un cuore innamorato (1995), Magica Doremi (1999), Tokyo Mew Mew – Amiche vincenti (2002), Principesse sirene – Mermaid Melody (2003). Alcuni di scarsa qualità, altri dei veri e propri capolavori, come ad esempio La rivoluzione di Utena (1996).
Utena è forse uno dei migliori shojo anime degli anni Novanta, che sostituì proprio Sailor Moon (giunto alla sua naturale conclusione con la quinta stagione) nello stesso slot orario su Tv Tokyo. La serie fu creata dallo stesso staff che aveva lavorato a Sailor Moon, tra cui il talentuoso Kinuhiko Ikuhara, che decise di rendere la narrazione più adulta e inserire temi come l’omosessualità. Utena è una ragazza dai modi molto maschili che, per via di una serie di avvenimenti piuttosto strani, si trova a vincere in duello Anthy Himemiya, la sposa della rosa. Sono presenti così tanti strati narrativi da risultare non di facilissima interpretazione e sono numerosi i personaggi queer oriented della serie. In Italia venne distribuita in VHS dalla Yamato Video, alcuni temi e la complessità degli sviluppi della trama la rendevano inadatta per il grande pubblico italiano, fu forse per questo che non venne acquistata dalla Mediaset.
Nel 1996 le Clamp, prolifico gruppo di mangaka, diede alla luce Card Captor Sakura. Le Clamp videro i loro inizi all’interno delle doujinshi yaoi, ossia la produzione amatoriale di manga a tematica omosessuali per un pubblico femminile, e le influenze di tali esordi all’interno di questo maho shojo sono visibili. Numerosi sono i personaggi LGBT+, a partire da Touya e Yukito. Touya è il fratello di Sakura, Yukito assume un ruolo chiave nello svolgimento degli eventi. I due sono una coppia. Yukito tra le altre cose riceve spesso le attenzioni di Lee, quello che sarà il più grande amore di Sakura e che, per motivi che preferisco non esplicitare per non rovinare la visione, si sente attratto dal ragazzo. Tomoyo è innamorata di Sakura, oltre ad essere la sua migliore amica e, conscia di non poter vedere realizzato il proprio amore, si pone in maniera protettiva nei suoi confronti. Una delle Clamp, Okhawa, ha dichiarato alla rivista “Clamp no Kiseki 1” (fonte: https://istituto-clamp.livejournal.com/5547.html ) «Con ‘Card Captor Sakura’ volevo creare una serie con una ragazza che vedeva le minoranze come normali. Per esempio, Shaoran e Eriol sono studenti stranieri trasferitisi lì ma per Sakura è come se fossero ragazzi che si sono trasferiti da una scuola locale. Nello stesso modo, Sakura crede in tutte le forme d’amore che vede. Verso la fine ho voluto avere molti personaggi dare consigli ad una Sakura preoccupata, mostrando che c’erano molti tipi e forme d’amore. Mi domandavo come la serie sarebbe stata accolta, siccome veniva pubblicata su Nakayoshi, ma fu accolta meglio di quanto mi aspettassi.»

Nel 2011 Puella Magi Madoka Magica rivoluziona il concetto di maho shoujo, in maniera piuttosto radicale. Grazie all’uso di cicli temporali la trama diventa davvero intrigata e sorprendente e vengono esplorati, in maniera non del tutto diretta, trame queer. Una delle due eroine è Homura Akemi, una ragazza inizialmente molto timida e introversa e priva di autostima. Grazie alla forte volontà espressa dalla sua comprimaria Madoka Kaname, prova stima e affetto nei suoi confronti, affetto inizialmente ricambiato con titubanza ma che alla fine di ogni ciclo temporale viene contraccambiato. Pur non essendo mai esplicito viene reso evidente, soprattutto in maniera più evidente nel seguito Rebellion, che Homura provi dei sentimenti di amore per Madoka, probabilmente corrisposti.

Nel 2015 cinque liceali maschi si trasformano in eroine maho, indossando abiti maschili. La commedia en travesti arrivò in Italia in versione sub grazie a Crunchyroll e presenta situazioni piuttosto divertenti e una forte tematica Boys Love. Cute High Earth Defense Club Love! ha visto anche diversi seguiti in OAV e risulta una parodia del genere majokko, in salsa yaoi, di gradevole visione.
Una delle serie di magical girls incredibilmente poco conosciute in Europa, se si considera l’enorme seguito nel Sol Levante, è Pretty Cure. La serie ha visto una ventina di spin.off ed è entrata entrata nel guiness dei primati per il maggior numero di maghette presente in un film, ben 55. (Crunchyroll)
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