Nunzio Filogamo è stata una icona radiofonica durante il regime fascista, ha presentato il primo festival di Sanremo e ispirato “Una giornata particolare” di Ettore Scola. Ma i suoi modi effeminati e la sua presunta omosessualità hanno stroncato la sua promettente carriera.
Uno dei più grandi successi musicali di Nunzio Filogamo fu “Mi han rovinato le donne”, eseguita con aria snob e una impeccabile erre moscia. “Quale triste destino aver sempre una donna vicino”, cantava. L’altro suo grande successo “Piccolo cagnolino pechinese” raccontava le pene d’amore di un pechinese e le preoccupazioni del suo padrone. Era il 1934. Nello stesso anno Filogamo portò alla fama il personaggio di Aramis, ribattezzato Avamis sempre per via della immancabile erre moscia, nella trasmissione radiofonica “I tre moschettieri”, celeberrima negli anni trenta. Tutti questi esempi condividono una certa estetica, che faceva dell’esuberanza e i toni macchiettistici il proprio cavallo di battaglia. Avamis, con il suo tormentone, “Mi han rovinato le donne”, diventò popolarissimo nell’Italia negli anni del regime fascista.
Nunzio Filogamo era un uomo di bell’aspetto e aveva modi effemminati e, anche per questo durante tutta la sua carriera si fecero strada voci sulla sua presunta omosessualità. Secondo il regime fascista l’abominevole vizio non era abbastanza diffuso nel Paese, quindi i legislatori che furono chiamati a legiferare trovarono opportuno non doverlo fare. E’ innegabile che in una società così marcatamente maschilista, e improntata sul mito della virilità ostentata, una figura come Filogamo fece nascere vari sospetti riguardo il suo orientamento sessuale. Nonostante la sua fama, durante gran parte del ventennio fu costretto a portare con se un certificato che attestasse la sua eterosessualità.
Dopo la seconda guerra mondiale fu chiamato a intrattenere le forze armate con spettacoli al fianco di celebrità come Marlene Dietrich. Presentò il primo “Festival di Sanremo” nel 1951 e, visto il grande successo, replicò l’avventura nel 1952. E’ innegabile che, visto la popolarità raggiunta dal conduttore, sarebbe dovuto essere di diritto una delle stelle della nascente televisione italiana. Ma quello che non fece il fascismo fu fatto dal cattolicissimo Filiberto Guala, amministratore delegato Rai soprannominato “l’imprenditore di Dio”: Tra il 1954 e il 1956 il presbitero attuò una censura imponente e dagli aspetti anche ridicoli. Non potevano essere pronunciate parole come “membro”, “seno”, “cosce”, “vizio”, “parto”, anche se con significato diverso da quello sessuale. Fu Guala a bandire dallo schermo figure come la ballerina Alba Arnova, perché troppo sensuale. Nonostante non sia mai stato esplicitato il motivo è probabile che la presunta omosessualità di Filogamo e sicuramente i suoi modi femminei siano stati i responsabili dell’epurazione dalla televisione di Stato.
L’esilio durò fino all’uscita di Guala. Il conduttore tornò grazie al cambio di vertici, ma fu una presenza fugace. Allontanato gradualmente dagli schermi decise egli stesso di ritirarsi a vita privata e fino alla sua morte, avvenuta da centenario nel 2002, furono poche le apparizioni e men che meno si parlò pubblicamente della questione. Uno dei pochi interventi fu, oltre ad uno sketch di Carlo Verdone in cui lo ribattezzò “L’isterica Filogama, sua carissima amica”, quello di Maurizio Costanzo che in una intervista disse “Nunzio Filogamo, famoso in radio, durante le persecuzioni razziste girava con un certificato medico dove si garantiva che non era gay“.

Maurizio Costanzo scrisse, insieme ad Ettore Scola, la sceneggiatura del capolavoro del 1977 “Una giornata Particolare”, con Sofia Loren e Marcello Mastroianni. Il film denuncia le persecuzioni agli omosessuali durante il regime di Benito Mussolini. Fu proprio Filogamo ad ispirare gli sceneggiatori per l’ideazione del personaggio di Gabriele, ex radiocronista destinato al confino in quanto omosessuale.
Filogamo fu quasi dimenticato e, spesso invitato come ospite al festival di Sanremo rifiutò sempre l’invito. La Rai, nei suoi ripetuti tentativi, non voleva celebrare un personaggio ingiustamente discriminato, ma celebrare se stessa e, forse, questo Filogamo lo sapeva «Non è più il mio tempo. Amo essere ricordato come ero allora»
Non è quello che Pippo Baudo aveva dato per morto? Cioè ne aveva parlato dicendo che era “passato a miglior vita” e lui aveva telefonato in Rai per smentire
Si esatto, uno dei pochi momenti in cui la Rai si ricordò di lui fu proprio nella trasmissione di Pippo Baudo. Baudo disse che Filogamo era passato a miglior vita, cosa falsa. Morì nel 2002 a quasi cent’anni. “La signora Filogamo” era l’appellativo con il quale in maniera maligna veniva deriso dai colleghi, ma una cosa “da signora” la faceva: nascondeva la sua età, non si è mai saputo chiaramente quando sia nato, anche se wikipedia porta il 1902.
Articolo molto interessante, è raccapricciante che le discriminazioni avvenivano in tutti gli ambiti della società a partire dalla TV, tutt’ora dobbiamo tenere a mente che i nostri diritti umani di eguaglianza vanno difesi e fatti valere (soprattutto con questo governo retrogrado).
Le parole vietate mi hanno lasciata sbalordita, le cosce di pollo forse le chiamavano gambe di pollo?! 😂 Ridicoli